Per Aspera ad Astra: i detenuti del carcere della Spezia tornano in scena

Si terrà giovedì 26 e venerdì 27 maggio, alle ore 21.00, al Teatro degli Impavidi di Sarzana, lo spettacolo teatrale Tutto quello che sono, che vedrà in scena gli attori-detenuti della Casa Circondariale della Spezia. 

L’opera è il frutto della quarta annualità del progetto Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, promosso su tutto il territorio nazionale da Acri e sostenuto ad oggi da 11 Fondazioni di origine bancaria, tra cui Fondazione Carispezia. 

Il percorso teatrale all’interno della Casa circondariale “Villa Andreino” della Spezia è curato fin dalla prima edizione dall’Associazione Gli Scarti, che in questi anni ha realizzato uno spettacolo teatrale, Incendi, il mediometraggio Ciò che resta, appunti dalla polvere, presentato al MedFilm Festival di Roma, e  Operine… con un tragico sorriso sulle labbra. Insieme al altre 13 carceri italiane, quello di La Spezia ha preso parte al progetto Per Aspera ad Astra, realizzando innovativi percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro, che riguardano non solo attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci. Ispirata all’esperienza ultratrentennale della Compagnia della Fortezza di Volterra, guidata dal drammaturgo e regista Armando Punzo, questa iniziativa ha dato vita a una rete nazionale di compagnie teatrali che operano nelle carceri e che condividono l’approccio e la metodologia di intervento. L’esperienza condivisa testimonia come sia possibile lavorare nelle carceri mettendo al centro la cultura, lasciando che essa possa esprimersi appieno e favorire il riscatto personale e l’avvio di percorsi per il pieno reinserimento del detenuto nel mondo esterno. Ad alimentare e rendere fattibile questo progetto c’è un’inedita comunità, composta da diversi soggetti, coinvolti ciascuno con ruoli diversi: Fondazioni di origine bancaria, compagnie teatrali che curano la formazione, direttori e personale degli istituti di pena, detenuti.

Con il coinvolgimento di nuovi detenuti, il lavoro conclusivo dei laboratori avviati a dicembre 2021, mette al centro dell’azione scenica Ettore Petrolini, figura apparentemente strampalata ma di straordinaria efficacia teatrale e di grande intelligenza artistica. Attraverso le sue iperboli linguistiche e i suoi rovesciamenti della logica comune, lo spettacolo vuole indagare le forme del “comico grottesco”, del meccanismo della comicità, ispirandosi allo stile popolare del teatro di varietà e,  “con un sorriso sulle labbra”, parla del tragico, dell’insensatezza del mondo e della sua incomprensibilità. 

regia e progetto artistico Enrico Casale, Renato Bandoli, Simone Benelli

scenografie, scenotecnica, luci e suoni Alessandro Ratti, Daniele Passeri, Fabio Clemente

costumi Tiziana Ferdani

 

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