Cosa significa innovare i servizi e le attività nel sociale? In che modo gli strumenti digitali possono fare la differenza negli interventi sul territorio? L’Intelligenza Artificiale è stata finora pensata in ambiti commerciali e produttivi. È possibile pensare ad un’IA utile anche nel non profit?

Abbiamo provato a rispondere a queste domande in occasione del quinto appuntamento di “Comunità in pratica”, una delle azioni che Acri ha avviato in vista del XXVI Congresso nazionale, che si terrà a Gorizia il 12 e il 13 giugno 2025. L’iniziativa, che mira a raccogliere alcune esperienze in diversi settori, attraverso tavoli tematici nel corso dei quali viene approfondito il senso del termine “comunità”, si è articolata in cinque incontri su alcune declinazioni della comunità: Educare, Cultura, Abitare, Cura e appunto Innovazione.

Al tavolo dedicato all’Innovazione, ha partecipato Diletta Huyskes, co-fondatrice e co-CEO di Immanence, una realtà che si occupa di mitigare e valutare l’impatto sociale e i rischi emergenti dall’utilizzo di nuove tecnologie e intelligenza artificiale. “Penso che il digitale e le tecnologie possano favorire in futuro l’emergere di comunità etiche che utilizzando questi strumenti nel modo giusto, possano aiutare a mettere a fuoco ingiustizie e discriminazioni che continuano a crescere nella nostra società”.

Ha partecipato all’incontro anche Cristina Manfredini, direttrice di Fondazione Asphi onlus, che da 45 anni promuove l’autonomia e l’inclusione delle persone con disabilità nella scuola, nel lavoro e nella società. La Fondazione si concentra soprattutto sulla ricerca e sulla sperimentazione di nuove tecnologie che possano colmare il gap generato dalle fragilità di alcune fasce della popolazione. “Io ritengo che l’innovazione digitale e l’intelligenza artificiale possano dare opportunità concrete di partecipazione in tutti i settori della società, risolvendo, almeno in parte, le diseguaglianze e situazioni di vulnerabilità. È necessario rendere il digitale sempre più accessibile ad ampio raggio, proprio per garantire inclusione e partecipazione”.

“Il digitale oggi è un fattore abilitante e dare possibilità concrete alle persone di sviluppare competenze, non solo facilita l’accesso al lavoro, ma garantisce una crescita anche personale”. Lo dichiara Martina Lascialfari, direttrice generale del Fondo per la Repubblica Digitale Impresa Sociale, che nasce da una partnership tra Governo e Fondazioni di origine bancaria. “La mission del Fondo è prima di tutto sociale e va ad agire per colmare il gap di competenze digitali che esiste in Italia. Basta pensare che, nel nostro Paese ci sono 26 milioni di persone che non hanno competenze digitali di base, ovvero il 54% della popolazione, percentuale ancora più critica in alcuni territori. Noi vogliamo mettere al centro della trasformazione digitale le persone, agendo sulle competenze: questo meccanismo può offrire opportunità professionali, ma anche quel riscatto sociale che in tanti faticano a ottenere”.

A tavolo sull’Innovazione anche Andrea Dal Piaz, CEO e co-fondatore di Unfold Tomorrow, una realtà che si occupa di innovazione, open innovation, formazione e supporto all’imprenditorialità. “La nostra esperienza di comunità nasce inizialmente con un percorso rivolto a cento studenti appartenenti a vari atenei italiani. Il progetto aveva e ha la finalità di supportare i giovani gratuitamente nell’identificazione di progettualità imprenditoriali da sviluppare, per realizzare startup di respiro internazionale. Oltre alla competenza e alla motivazione, l’ingrediente fondamentale per farcela nel percorso che offriamo è la capacità di lavorare insieme. La collaborazione è il cuore di questo progetto e sperimentare, soprattutto nel digitale, insieme è sostanziale”.  

Interviene anche Federica Rossi, AI National Skills Director di Microsoft Italia. L’iniziativa consiste in un ampio piano di formazione per professionisti, studenti e cittadini sul territorio nazionale, con corsi online e in presenza finalizzati a promuovere skills digitali per affrontare le sfide del mondo del lavoro contemporaneo. “Si tratta di un’iniziativa che punta a fornire competenze digitali, soprattutto relative all’IA. Quest’ultima è una grande risorsa per progredire, crescere, stare al passo con i temi. Non si tratta di una tecnologia come altre, l’intelligenza artificiale è definita general purpose tecnology al pari dell’elettricità o del telefono, questo vuol dire che avrà un impatto totalmente trasformativo nella società e credo che potrà contribuire a far crescere una economia più aperta e inclusiva”.