Settimane SRI: Gli investimenti sostenibili delle Fondazioni di origine bancaria

Le Fondazioni di origine bancaria confermano il loro impegno per gli investimenti sostenibili, come evidenziato dalla quarta edizione della ricerca condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con Acri e MondoInstitutional. Nell’edizione 2023 aumenta il numero delle Fondazioni rispondenti, che passano da 36 a 38. Rimane stabile rispetto al 2022 il numero di enti che includono i criteri ESG nelle gestioni patrimoniali, i cui utili sono impiegati per l’attività filantropica. Delle 38 Fondazioni che hanno partecipato all’indagine, 29 dichiarano di effettuare investimenti sostenibili, con un aumento (seppur lieve) del tasso di copertura delle strategie SRI rispetto al totale del patrimonio in gestione. Elemento di novità in questa edizione è il focus sugli investimenti immobiliari sostenibili. L’indagine è stata presentata oggi nell’ambito delle Settimane SRI, la principale rassegna in Italia sulla finanza sostenibile organizzata dal Forum.

La ricerca è stata realizzata con il sostegno di ANIMA Sgr, DPAM, Prometeia Advisor Sim, e Sefea Impact SGR.

Stabile l’adozione di investimenti sostenibili

  • Rimane stabile rispetto al 2022 il numero di enti che dichiarano di effettuare investimenti sostenibili (29 Fondazioni). Di queste, 22 sono Fondazioni grandi o medio-grandi, che gestiscono complessivamente circa €34,64 miliardi, cioè il 77% del totale attivo delle Fondazioni inserite nel campione.
  • Gli enti che adottano strategie SRI potrebbero aumentare in futuro: 6 rispondenti, infatti, hanno avviato valutazioni in merito. Di queste, 3 sono di grandi o medio-grandi dimensioni, con un patrimonio in gestione equivalente a €2,69 miliardi, il 6% del totale attivo del campione di riferimento.

Focus sugli investimenti immobiliari sostenibili

  • Elemento di novità in questa edizione è il focus sugli investimenti immobiliari sostenibili. Il 66% delle Fondazioni coinvolte investe nel settore immobiliare. Di queste, il 44% include i criteri ESG o valuta questa opzione per il futuro (il 28%).
  • L’obiettivo principale degli investimenti immobiliari sostenibili è l’aumento dell’offerta abitativa accessibile per diverse categorie di beneficiari (studenti universitari, giovani coppie e soggetti fragili).

Tasso di copertura degli investimenti sostenibili e strategie SRI adottate

  • La maggior parte delle Fondazioni attive in ambito SRI (il 55%) continua a limitare gli investimenti sostenibili a una quota minoritaria del patrimonio in gestione. Il dato è tuttavia in diminuzione rispetto all’edizione 2022, in cui si attestava al 72%.
  • Per converso, aumentano le Fondazioni che applicano le strategie SRI a una porzione di patrimonio superiore al 25%. In particolare, 6 enti estendono gli investimenti sostenibili a una quota compresa tra il 25% e il 50%, altre 5 Fondazioni detengono investimenti sostenibili sul 50-75% del patrimonio e 2 enti estendono la quota SRI alla quasi totalità del portafoglio, con un tasso di copertura compreso tra il 75% e il 100%. Inoltre, l’86% delle rispondenti attive in ambito SRI (in termini assoluti, 25 enti) ha in programma di aumentare la quota di patrimonio investita secondo criteri ESG.
  • Le strategie SRI che riscuotono maggiore successo sono gli investimenti tematici (adottati da 18 Fondazioni), seguiti dalle esclusioni (16) e dall’impact investing (12). Inoltre, aumentano le Fondazioni che si avvalgono degli investimenti correlati alla missione, passando da 22 a 24.
  • La maggior parte delle Fondazioni che adottano strategie SRI nel processo di investimento (l’83%) ha motivato la propria scelta citando la coerenza degli investimenti sostenibili con le finalità istituzionali delle Fondazioni. A seguire, le rispondenti menzionano la possibilità di coniugare l’impatto socio-ambientale con un congruo ritorno finanziario (rilevante per il 59%) e l’impulso proveniente dal contesto normativo di riferimento (citato dal 34%), sebbene le Fondazioni non rientrino nel perimetro di applicazione delle normative europee approvate finora.

 

Mancata inclusione dei criteri ESG: criticità e opportunità

  • Tra le 6 Fondazioni che hanno avviato valutazioni in merito all’attuazione di strategie SRI, 3 individuano come principale criticità la difficoltà a misurare gli impatti ambientali e sociali generati, seguita dalla mancanza di dati ESG affidabili e standardizzati, dall’offerta di prodotti SRI non in linea con gli obiettivi di investimento e dalla mancanza di certificazioni che tutelino contro il greenwashing.
  • Le opportunità maggiormente citate sono: la coerenza degli investimenti sostenibili con le finalità istituzionali delle Fondazioni (per 5 enti su 6), la possibilità di coniugare l’impatto socio-ambientale con un congruo ritorno finanziario (per 3 enti su 6), la mitigazione del rischio reputazionale e il dovere fiduciario nei confronti degli stakeholder (entrambi citati da 2 enti su 6).

Cresce il coinvolgimento del Consiglio di Amministrazione

  • Il 72% delle Fondazioni che includono i fattori ESG nelle decisioni di investimento attribuisce tale orientamento a proposte avanzate dal Consiglio di Amministrazione.
  • Per il 45% delle Fondazioni attive in ambito SRI (13 su 29), il CdA valuta le performance dal punto di vista della sostenibilità degli investimenti più di una volta all’anno. Il dato è aumentato rispetto al 2022 ed è più che raddoppiato rispetto al 2021, quando solo 5 Fondazioni riportavano valutazioni così frequenti.

Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e neutralità climatica

  • Un dato incoraggiante è l’aumento delle Fondazioni che fanno riferimento agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) nella politica di investimento, che raddoppiano passando da 4 a 8. Inoltre, 11 rispondenti dichiarano di avere in programma l’inclusione degli SDGs nella politica di investimento.
  • Gli SDGs maggiormente citati sono: la riduzione delle disuguaglianze. le città e le comunità sostenibili, la lotta al cambiamento climatico.
  • Tra le 29 Fondazioni attive in ambito SRI, solo 3 includono l’obiettivo net-zero e, di queste, soltanto un ente ha individuato obiettivi intermedi misurabili. Occorre tuttavia segnalare che 14 Fondazioni hanno avviato valutazioni in merito.

“Anche quest’anno si consolida la partnership con ACRI e viene riproposta in chiave diacronica la ricerca sulle propensioni all’investimento sostenibile delle Fondazioni di origine bancaria. In questi anni in cui l’emergenza climatica e le disuguaglianze si fanno sempre più acute il ruolo del Forum e degli operatori finanziari italiani deve essere proattivo e spingere affinché a fianco alla sostenibilità finanziaria degli investimenti vi sia un chiaro e misurabile impatto positivo sulla società e sull’ambiente. Le Fondazioni di origine bancaria con la loro presenza strategica sul territorio e la crescente propensione agli investimenti responsabili ne sono un chiaro esempio,” dichiara Francesco Bicciato, Direttore Generale del Forum per la Finanza Sostenibile.

 

Commenti alla ricerca:

Sara D’Aulerio, Direttrice Operativa, Sefea Impact SGR: “Gli investimenti sostenibili stanno vivendo un momento di grande complessità sia per la spinta data dalla normativa europea sia per la necessità che tutti stanno riscontrando di cambiare alcune variabili nell’equazione degli investimenti stante la situazione socio-ambientale che stiamo vivendo.

Nei momenti di grande complessità, è però, facile che si crei confusione ed è per questo che le Fondazioni Bancarie, grazie al loro profondo radicamento nei territori e soprattutto profonda conoscenza delle dinamiche sociali, possono veicolare una domanda critica e consapevole di investimenti responsabili che possano generare un vero cambiamento sistemico”.

Alessandro Fonzi, CFA, Deputy Head of International Sales, Country Head Italy, DPAM: “Osserviamo con favore l’incremento di interesse e coinvolgimento nei confronti dei temi di sostenibilità e degli SDGs da parte delle Fondazioni di origine bancaria. Tuttavia, l’importanza degli investimenti responsabili sembrerebbe non essere ancora completamente compresa. Per noi di DPAM è imperativo saperci adattare costantemente all’evolversi delle esigenze di sostenibilità, offrendo un esempio proattivo e attuando cambiamenti responsabili che plasmeranno in modo positivo il futuro degli investimenti”.

Alessandra Franzosi, Senior Executive, Head of ESG, Prometeia Advisor Sim: “Le Fondazioni Bancarie sono per loro stessa natura realtà dalla forte connotazione ESG dal punto di vista valoriale. È dunque importante una visione globale che si estenda dalle liberalità, agli investimenti mission-related, fino ai portafogli liquidi in modo coerente e consistente. Inoltre, osservare che la presa di consapevolezza dell’importanza degli investimenti ESG avvenga in modo crescente nei CdA, irrobustisce significativamente la Governance dei processi assicurandone stabilità nel tempo.”

Stefano Gaspari, Amministratore Unico, MondoInstitutional: “La ricerca mette in luce che le Fondazioni di origine bancaria, come il resto degli investitori istituzionali italiani, stanno continuando il loro percorso per integrare i criteri ESG all’interno della gestione dei patrimoni. Infatti un numero sempre maggiore di Fondazioni ha deciso di integrare i fattori di sostenibilità in quote sempre superiori delle proprie allocazioni, allineando investimenti e finalità istituzionali, come già stanno facendo le Fondazioni più grandi”.

Francesco Profumo, Presidente, Acri: “L’indagine annuale sugli investimenti sostenibili delle Fondazioni di origine bancaria conferma che, nonostante la grande incertezza determinata dal permanente scenario di policrisi (pandemica, energetica, inflattiva, bellica), le Fondazioni continuano, in maniera crescente, a orientare i loro investimenti verso la finanza sostenibile. In particolare, il loro intervento nel campo dell’housing sociale rappresenta un esempio emblematico di un approccio che è in grado di coniugare sostenibilità ambientale e sociale”.

Francesco Schiavello, Responsabile Investment Principles, ANIMA Sgr: La ricerca del Forum per la Finanza Sostenibile sui criteri ESG e le Fondazioni di origine bancaria è uno strumento particolarmente utile in uno scenario di crescente interesse da parte degli investitori e di continua evoluzione della normativa. Come asset manager, abbiamo scelto di affrontare la sostenibilità con un approccio di lungo periodo, responsabile e incrementale e un percorso di crescita costante.”